In Papua Nuova Guinea gli indigeni perdono i diritti sulle loro terre
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In Papua Nuova Guinea gli indigeni perdono i diritti sulle loro terre
In Papua Nuova Guinea ciclicamente vengono scoperte nuove specie animali e vegetali e le sue popolazioni indigene sono state le prime a vedersi costituzionalmente risconosciuto il diritto alla protezione della propria terra. Eppure le multinazionali a caccia di olio di palma, legname, spazi per le più varie piantagioni … hanno avuto sempre modo di offendere questo territorio, la sua gente e le sue foreste trovando nelle autorità governative dei validi alleati. E ora più di prima, a seguito dell’avvenuta modifica dell’Environment and Conservation Act del 2000.
Per anni gli indigeni hanno avuto la possibilità di preservare giuridicamente le proprie riserve e di ottenere risarcimenti a seguito di un danno ambientale riconosciuto ma ora lo scenario è destinato a cambiare. Completamente. Così come anche quello naturale, almeno nell’ipotesi in cui non verranno attuate adeguate modalità di tutela e di conservazione delle foreste. Con le nuove norme, infatti, la gestione delle risorse del Paese spetta interamente al Direttorato Ambiente e Conservazione che avrà, così, la possibilità di autorizzare ogni tipologia di progetto, anche all’interno delle Riserve e ogni sua decisione risulterà essere inappellabile. Una sorta di dittatura, insomma. A danni delle centinaia di gruppi etnici, ora compromessi, e della multiforme varietà di specie animali e vegetali che affollano una delle zone più intatte e affascinanti del mondo. Un colpo mortale inferto all’ambiente. E ai diritti umani. Nel segno del “progresso” (?) economico e all’insegna del solito, scoraggiante, silenzio…
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Per anni gli indigeni hanno avuto la possibilità di preservare giuridicamente le proprie riserve e di ottenere risarcimenti a seguito di un danno ambientale riconosciuto ma ora lo scenario è destinato a cambiare. Completamente. Così come anche quello naturale, almeno nell’ipotesi in cui non verranno attuate adeguate modalità di tutela e di conservazione delle foreste. Con le nuove norme, infatti, la gestione delle risorse del Paese spetta interamente al Direttorato Ambiente e Conservazione che avrà, così, la possibilità di autorizzare ogni tipologia di progetto, anche all’interno delle Riserve e ogni sua decisione risulterà essere inappellabile. Una sorta di dittatura, insomma. A danni delle centinaia di gruppi etnici, ora compromessi, e della multiforme varietà di specie animali e vegetali che affollano una delle zone più intatte e affascinanti del mondo. Un colpo mortale inferto all’ambiente. E ai diritti umani. Nel segno del “progresso” (?) economico e all’insegna del solito, scoraggiante, silenzio…
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