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Il mio caso

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Il mio caso Empty piccolo esempio ecc.

Messaggio  frenata Mar Lug 10, 2012 12:56 pm

Salve a tutti, sono nuova dell'interessante forum.
Mi meraviglio di quante persone hanno tutto sotto controllo, forse essere "distratti" come me da un lato aiuta a non esagerare le cose (se ci pensi troppo su è peggio, no?!!) dall'altro è peggio perchè accumuli?
Faccio un piccolo comune esempio che non so se rientra nelle somatizzazioni: capelli bianchi in poco tempo appena laureata con lo stress del ritorno a casa e del cercar lavoro (che non si trovava).
Poi macchie bianche sulla pelle ma non so da quanto, da tanto, poi acne rosacea da qualche anno ma non saprei cos'è successo di particolare, forse solo età (50 anni) e astinenza sessuale? da sei anni a parte un episodio recente.
In compenso ho avuto disturbi... d'ansia? e depressione? una presunta diagnosi di sindrome bipolare, presunta perchè non mi diedero in mano nulla, forse ai miei... benchè avessi più di 25 anni. Ho vissuto mi sono barcamenata "sola" per tanti anni, anche benino anche se con tante fatiche poichè sempre in bolletta e direi cacciata di casa.
18 mesi fa ho tentato di cambiar lavoro all'interno della stessa struttura pachidermica ma è andata male e sto di nuovo malino, forse era meglio che, invece che rivolgermi a psichiatri, che ti ripropongono pastiglie, per ora è solo un inizio, a parlarne, andavo da un avvocato a vedere se si poteva procedere con una denuncia per mobbing, però sono troppo insicura e poco convinta di me stessa per farlo.
Mi sento molto confusa e ondeggiante, questo è essere bipolari? o solo vivere, pensare con la propria testa, un po' ribelli dentro, anticonformiste, originali, conflittuali dentro? purtroppo anche un po' rabbiose?
e vare malattie o disturbi mentali o psicologici è non somatizzare ma essere più sinceri e veri e diretti d'indole?
son stata in coma a 11 e 18 anni e forse questo non ha aiutato, non ho sentito attorno a me pazienza comprensione a sufficienza, tempo per riprendermi.
Forse ho sbagliato posto in cui scrivere? scusate.
Un abbraccio a tutti.
Meglio tardi che mai nella vita ?!
Renata

frenata

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Messaggio  Admin Lun Lug 14, 2008 4:08 pm

Cara Alice
inutile dire quanto le tue "somatizzazioni" abbiano permesso al tuo corpo di continuare a vivere nonostante il trauma. Il tuo corpo ha parlato per te ed ha potuto "creare degli spazi" per sfogare tutta una parte emozionale troppo grande da esprimere (e da accettare). Le cisti, in particolare, nascono contestualmente ad eventi specifici che la persona vive come traumatici e non come risposta ad uno stato d'animo "generico". Certo che tutto ciò che mi racconti parla di qualcosa che "si apre" che deve far uscire "cumuli". Sei però sulla strada buona: ricorda che la consapevolezza è il primo passo per non somatizzare sul piano fisico. Il percorso è doloroso, ed è un percorso dentro di te. E' davvero la sofferenza che permette di raggiungere un livello di maturazione e coscienza tale da aprire le porte dell'arte e dell'espressione. E' vero; finchè non hai consapevolezza di qualcosa e non passi tutte le fasi di accettazione ed espressione, anche asportando una "problematica", la tendenza sarà quella di ricrearsi, per ricreare quel "varco" attraverso cui il tuo disagio può parlare. Ma a mano a mano che evolvi, cambieranno le tue patologie e cambieranno le somatizzazioni. Per qualsisasi cosa, sai che sono qui. Nel frattempo ti auguro buona fortuna ed in bocca al lupo dal profondo del cuore.
Silvia

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Messaggio  alicebox Dom Lug 13, 2008 3:41 pm

Per quanto mi riguarda Dott.ssa, il decorso della malattia di mia madre è stato somatizzato da me nei modi più disparati: all'insorgere dei suoi sintomi la mia psoriasi ungueale latente (in quanto limitata alle due sole unghie del quinto dito), si è estesa a tutte le altre unghie (ad esclusione degli alluci).
A distanza di circa 5 anni da tale insorgenza il sintomo non accenna a migliorare minimamente.
(mentre paradossalmente l’abbandono da parte di mio padre mi ha liberato dalle ragadi croniche che avevo sin da bambina dietro i padiglioni auricolari).

A livello intestinale ho manifestato una serie infinita e variopinta di dolori, e cronicizzazioni varie, in particolare nel tratto finale dove a partire da problemi emorroidari, sono passata a ragadi, prolassi e marische. dopo tre-quattro anni di patibolo e cure inutili sembra che sia riuscita a risolvere la cosa con l'intervento chirurgico.

In un certo periodo ho avuto il mestruo continuativamente per 1 mese, e il colesterolo alto, ma almeno in questo caso si è trattato di episodi che si sono risolti nel tempo quasi spontaneamente.

A mio parere la cosa più strana dal punto di vista psicosomatico riguarda una sorta di cisti (che all'ecografia è risultata una specie di addensamento di cellule di grasso) che mi si è formata esattamente due dita sopra l'ombelico 1 o 2 centimetri sottopelle. non è dolorosa, ma ogni tanto è fastidiosa (in particolare quando ho l'intestino un po' gonfio), ed è come se mi "tirasse" la pancia, e provo sollievo puntando un dito proprio lì. anche questa si è formata nello stesso periodo, ma non accenna a scomparire nè ritirarsi. il medico dice che ogni tanto dovrei tenerla sotto controllo con l’ecografia ma, dato che un po' mi preoccupa, ogni tanto mi chiedo se fosse il caso di sentire come fare per toglierla...ma poi, dato che non capisco cosa possa significare questa cisti psicosomaticamente parlando , mi chiedo, "non è che se la tolgo senza somatizzarla emotivamente, poi mi spunta fuori da un'altra parte?" Rolling Eyes
così come nell’aver tolto con le “maniere forti” ragadi emorroidi e marische, non corro il rischio che quello che sfogavo lì poi mi si ripercuota da un’altra parte?
Sono passati quasi 4 anni dalla perdita di mia madre, e fatico ancora ad accettarlo. Forse non lo accetterò mai, ma comincio a realizzare almeno che sia successo davvero. Questo può essere un buon passo avanti per risolvere la mia evidente tendenza a somatizzare tutto in maniera così lampante?

alicebox

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